Guido Bonatti sull'uso dell'Almuten

Come trovare il significatore corretto secondo il Liber Astronomiae.

Linguaggio Astrale 155, anno 2009

Patrizia Nava

 

Liber Astronomiae

Guido Bonatti, Decem Continens,

frontespizio dell'edizione di Venezia del 1506.


Il più famoso astrologo italiano all'estero non è un contemporaneo. E' senza dubbio Guido Bonatti, probabilmente nato a Forlì e certamente operante nel 13° secolo a Forlì, Bologna, Firenze e Brescia.
Citato persino da Dante nel XX canto dell'Inferno soprattutto in quanto Ghibellino, fu autore del monumentale Decem Continens Tractatus de Astronomia, meglio conosciuto come Liber Astronomiae, ampiamente circolante in manoscritto fino al Rinascimento.
La prima edizione a stampa (Augusta 1491) fu seguita da altre due (Venezia 1506 e Basel 1550), tutte in latino. L'unica traduzione completa dell'opera in una lingua moderna è la recentissima edizione in due volumi curata dal medievalista e astrologo americano Benjamin Dykes.
Tra gli aspetti più interessanti dell'opera di Bonatti, è l'atteggiamento sincretistico che la caratterizza: Bonatti non esprime soltanto le proprie opinioni, fornendo esempi concreti, ma cerca di sintetizzare l'intero corpus di tradizione astrologica allora accessibile, citando autori ellenistici e soprattutto arabi, creando un vero e proprio compendio dello scibile astrologico pre-medievale e medievale.
In questo modo si spiega la presenza contemporanea di tecniche diverse e talora alternative, quali l'uso delle case "a segno intero" [1] (prevalente in epoca ellenistica e in molti autori arabi medievali) insieme a quello della domificazione indipendente dai segni, pratica più moderna che proprio allora si stava affermando in Europa, e sembra essere preferita dal Bonatti stesso nell'applicazione concreta.
In questo contesto si situa la sua trattazione dell'uso dell'almuten come significatore nella pratica oraria.
Il termine astrologico arabo al-mubtazz (in Latino almuten, almutem, almutez) significa "il vincitore" ed è analogo al greco epikratetor , il pianeta che domina tra una gerarchia di possibili significatori.
Il calcolo per ottenere l'al-mubtazz nel Liber Astronomiae varia a seconda della fonte alla quale Bonatti fa riferimento e in base al contesto applicativo (astrologia natale, oraria oppure elettiva). Nel secondo trattato, Dei Segni e delle Case, al capitolo 19, Bonatti fa esplicito riferimento al calcolo dell'almuten della cuspide delle case come prescritto da Alcabitius, il quale a sua volta si ispira ad Alkindi.


<<Al-Qabisi [2] ha detto che il Signore del domicilio ha cinque fortitudini, il Signore dell'esaltazione ne ha quattro, il Signore della triplicità ne ha tre, il Signore dei termini ne ha due, e quello del decano ne ha una. E in base a questo metodo, puoi conoscere la forza di un pianeta in un segno, e quello che ha più fortitudini, viene detto più forte, più potente e di maggiore autorità.>> (Tr. 2, cap. 19).


In realtà, molto spesso l'almuten coincide con il governatore per domicilio. Altrimenti, di solito si tratta del pianeta che, nel grado della cuspide, è in esaltazione, associando a questa qualche altra dignità essenziale. Ci sono però casi speciali, in cui l'almuten non è né il signore del segno né dell'esaltazione, ma assomma in sé triplicità, termini e decano.
Giove a 19 gradi del Leone, Mercurio a 10 -11 dell'Acquario, Marte a 20 – 25 dei Pesci, tutti in carta notturna, ne sono un esempio.
Al capitolo 14 del Liber Astronomiae, "Come trovare il significatore della questione", Bonatti scrive:


<<Inoltre, per evitare di cadere in errore o ambiguità riguardo la significazione delle questioni che sono rappresentate da ogni casa, vi insegnerò come trovare il pianeta significatore della questione richiesta. Perché il Signore del segno non è sempre il significatore della questione rappresentata dalla casa che riguarda ciò che è stato chiesto; piuttosto è, qualche volta, un governatore planetario della casa, ma qualche altra un pianeta che non è il Signore per domicilio ed è più forte in quella casa.
Viene definito come più forte, quello che ha più dignità o fortitudini in quel luogo, e quello che ha più forza nella casa riferita alla questione, o che significa la questione su cui si pone la domanda. E quel pianeta viene chiamato significatore, ciò che al-Qabisi chiamava al-mubtazz, cioè "il vincitore". E viene chiamato vincitore, perché supera gli altri pianeti in forza nella casa richiesta. Un esempio di cui è il seguente.
Fu posta una domanda riguardo alla ricchezza, l'ascendente della quale era nel primo grado dei Pesci. Ariete era la seconda casa (che è la casa della ricchezza), nel sesto grado; perciò sembra che Marte, Signore dell'Ariete, debba essere significatore della ricchezza. Ma non è così. Marte ha soltanto sei fortitudini qui, perché ne ottiene cinque dal suo domicilio e una dal suo decano, e perciò sono sei. E quello stesso segno, Ariete, è l'esaltazione del Sole, che ha sette fortitudini qui: quattro per esaltazione e tre per triplicità, e perciò il Sole ne ha sette. Per cui il Sole è il significatore della ricchezza e non Marte, sulla base del maggior numero di fortitudini che possiede in questo luogo.
Ma anche se il Sole è il governatore delle ricchezze in questa domanda, Marte ne è cosignificatore, anche se meno efficace del Sole. Per cui, se il Sole fosse così afflitto da non poter essere scelto come significatore, la significazione passerebbe a Marte (e, nel medesimo modo, a Giove, se Marte fosse così debole da non poter essere significatore). E la Luna sarebbe sempre partecipante.
Inoltre, Giove è coinvolto in questo caso (per cui sarebbe comunque, in qualche misura, partecipante) perché ha due fortitudini qui in base ai propri termini, ed anche per un altro motivo: perché è il significatore naturale della ricchezza...>> (Tr. 2, cap.14).


Bonatti sta stabilendo qui un principio importante: il significatore della questione può essere scelto all'interno di una gerarchia di possibili candidati, che vengono gradualmente sostituiti l'uno all'altro solo se considerazioni accidentali, quali afflizioni pesanti o limitazioni insuperabili, ne impediscono l'uso.
Ci aspetteremmo, a questo punto, un uso coerente a quanto affermato, nelle esemplificazioni teoriche e pratiche che seguono. Al contrario, anche se Bonatti nomina spesso l'al-mubtazz in diversi contesti, specialmente citando da fonti arabe, non usa mai personalmente questo metodo in modo esplicito. Negli esempi di domanda oraria presentati nel Trattato 6, Delle Interrogazioni, Il Signore per domicilio viene sempre preferito ed utilizzato al posto dell'almuten.
Dello stesso avviso sarà, più tardi, William Lilly, profondo conoscitore ed estimatore dell'opera di Bonatti, di cui presenterà, in Anima Astrologiae, le famose Considerazioni.
Come intendere, quindi, nella pratica, il principio di sostituzione gerarchica?
Nel Trattato 8 (Delle Rivoluzioni) al capitolo 1, "Come trovare il Signore dell'Anno", Bonatti elenca una lunga serie di candidati alternativi al ruolo di Governatore Annuale della Rivoluzione, cioè il pianeta più forte o rappresentativo dell'anno, tenendo conto della dignità essenziale dei pianeti rispetto all'ascendente di rivoluzione, scartandoli via via se accidentalmente afflitti (per combustione, retrogradazione, posizione debilitante), partendo sempre e comunque dal signore per domicilio, seguito dal signore per esaltazione, lasciando l'al-mubtazz in posizione secondaria. E scegliendo questi ultimi soltanto se e quando il significatore primario, il pianeta che governa il segno ascendente, è indisponibile.
Ciò significa, evidentemente, che il primato del pianeta in domicilio è indiscutibile, a meno che sia impossibile utilizzarlo come significatore per ragioni contingenti. Il caso più frequente in cui, in oraria, non posso utilizzare un pianeta come significatore, è quando a tale pianeta sia già stato assegnato un ruolo come significatore nella domanda in questione, e debba quindi trovarne uno alternativo. Ciò accade spesso quando due case diverse, ma governate dallo stesso pianeta (ad esempio con le cuspidi in Vergine e in Gemelli, governate da Mercurio) si trovino entrambe coinvolte nella domanda, e necessitino quindi di due significatori diversi per poter valutare una risposta. In tale occasione si potrà utilizzare il governatore per domicilio in un caso, l'almuten nell'altro. Lo stesso tipo di "sostituzione gerarchica" potrà essere adottato quando due questioni della stessa natura o due persone con lo stesso ruolo vengano rappresentate dalla medesima casa.
Questo uso dell'almuten come significatore alternativo in caso di necessità è quindi in accordo sia con la tradizione, sia con la pratica attuale dell'astrologia oraria.

 

1. Nel sistema di domificazione a "segno intero", l'ascendente non marca l'inizio della prima casa, ma il segno che, nella sua interezza, rappresenta la prima casa. Così, se l'ascendente è a 15° Gemelli, l'intero segno dei Gemelli sarà la 1a casa, il successivo intero segno del Cancro sarà la 2a casa, e così via.

2. Alcabitius, I. 77.

 

Bibliografia

Guido Bonatti, Decem Continens Tractatus de Astronomia, Augusta (Augsburg), 1491
Guido Bonatti, Book of Astronomy, a cura di Benjamin Dykes, Golden Valley, 2007